La Pasqua di Corfù, la più bella della Grecia

La Pasqua è uno dei momenti più solenni per la Chiesa Ortodossa Greca. Gran parte degli emigrati fanno ritorno nella propria terra natia per questa importante festa religiosa. Le date della Pasqua Ortodossa e quella Cattolica non coincidono, se non in casi molto rari. Il concilio di Nicea del 325 stabilì che la Pasqua sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo la luna piena che segue l’equinozio di primavera, il 21 marzo. Le date differenti discendono dal fatto che la Chiesa Ortodossa utilizza per determinare il giorno di Pasqua il calendario giuliano mentre la Chiesa Cattolica quello gregoriano.

La Pasqua a Corfù è la più intensa di tutta la Grecia: le celebrazioni della Settimana Santa sono un’esperienza unica che unisce fedeli e turisti in un’atmosfera di religiosità e di folklore. Il capoluogo diviene così affollato che risulta difficile trovare un alloggio malgrado i costi aumentino fino a raggiungere quelli dell’alta stagione estiva: un’ulteriore conferma del fatto che Corfù è un’isola da visitare tutto l’anno e di come il suo capoluogo sia una cittadina bella e interessante quanto le altre città d’arte europee.

Il Sabato di Lazzaro

Le cerimonie in preparazione della Pasqua iniziano il giorno prima della Domenica delle Palme, detto Sabato di Lazzaro (Savvato tou Lazarou), poiché la Chiesa Ortodossa ricorda il miracolo di Gesù, descritto nel Vangelo di Giovanni, che riportò in vita il suo amico Lazzaro di Betania, otto giorni prima della propria Risurrezione. In mattinata gruppi corali provenienti da tutta l’isola si incontrano alle chiese di San Nicolò dei Vecchi (Agios Nikolaos ton Geronton e di Agios Lazaros, nella zona Kampielo, e vanno in processione lungo le strade del centro storico intonando canti tradizionali chiamati kalanda di Lazzaro.

La Domenica delle Palme

La Domenica delle Palme (Kiriaki ton Baion) ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, acclamato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. La mattina si segue la litania di Agios Spyridon, la processione delle reliquie del santo patrono, seguite dai fedeli e dalle diciotto Orchestre Filarmoniche dell’isola. La processione ha luogo ininterrottamente dal 1630, per commemorare il miracolo del santo patrono che, nel 1629, liberò l’isola dalla peste. Inizia alle 11.00 e prosegue lungo le strade dove un tempo si trovavano le mura difensive della città oltre le quali Agios Spyridon scacciò la terribile epidemia. Sulle finestre delle case vengono esposti drappi rossi per rendere omaggio al santo. Dopo il tramonto si tengono alcuni concerti delle Orchestre Filarmoniche dell’isola.

Il Lunedì Santo

Il Lunedì Santo l’aspetto della cittadina cambia completamente perché si entra nella Settimana Santa. Le lanterne emettono una luce viola, colore che veste in segno di lutto anche la Fortezza Vecchia, altri monumenti e palazzi. Dopo il tramonto vengono organizzati alcuni concerti delle Orchestre Filarmoniche dell’isola.

Il Martedi Santo

Il Martedi Santo è il giorno in cui si può ascoltare il tropario di Kassiani, un magnifico inno bizantino scritto da una monaca nel IX secolo. Kassiani era una delle ragazze che presero parte al ricevimento per la scelta della moglie dell’imperatore bizantino Teofilo.

Incantato dalla bellezza di Kassiani, Teofilo si avvicinò e le disse riferendosi a Eva che tentò Adamo: “Attraverso una donna si distillano le passioni più vili”. Kassiani gli rispose: “Ma attraverso una donna giungono le cose migliori”, riferendosi alla Vergine Maria che generò Gesù Cristo. Colpito nell’orgoglio, Teofilo scelse come sposa un’altra ragazza.

Kassani decise di prendere i voti e fondò un monastero. Scrisse molti inni religiosi tra cui il celebre tropario di Kassiani. Racconta l’episodio in cui la donna di Betania unge il capo di Gesù prima della Passione, in previsione della sua sepoltura.

La sera, difronte Palazzo di San Michele e San Giorgio (Museo dell’Arte Asiatica), sono in programma eventi di musica e poesia intitolati Dal Golgota alla Resurrezione.

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Il Mercoledì Santo

La sera del Mercoledì Santo, al Teatro Comunale, si organizza un concerto di musica ecclesiastica eseguito dall’Orchestra Filarmonica Matzaros.

Il Giovedì Santo

Il Giovedì Santo è il giorno dell’Ultima Cena di Gesù Cristo. In tutte le case si preparano dolci e altre pietanze per la Pasqua, e si dipingono le uova di rosso, colore simbolo della Passione. Nella Chiesa di San Giacomo e San Cristoforo, la cattedrale cattolica di Corfù, in plateia Dimarchiou, vengono letti i Dodici Vangeli. Si tratta, in realtà, di dodici passi dei quattro Vangeli che ricordano la Passione di Cristo. Dodici candele vengono spente, una alla volta, dopo la fine della lettura di ogni passo. L’arcivescovo cattolico effettua la lavanda dei piedi, per ricordare quanto fece Gesù ai discepoli durante l’Ultima Cena.

Il Venerdì Santo

Il Venerdì Santo è il giorno più intenso della Settimana Santa, perché si ricorda la passione, la crocifissione e la deposizione nel sepolcro di Gesù Cristo. Dopo pranzo, cominciano le processioni dei sepolcri (o epitafi), baldacchini pieni di fiori, allestiti da ogni chiesa. Sono seguiti dai fedeli e dalle tristi note delle tre celebri bande cittadine: la Vecchia Orchestra Filarmonica, in divisa blu con bande viola, suona l’Adagio di Albinoni, pubblicato da Remo Giazotto; l’Orchestra Filarmonica Mantzaros, in divisa blu (o bianca), suona la Marcia Funebre di Giuseppe Verdi; l’Orchestra Filarmonica Kapodistrias, in giacca rossa e pantaloni neri, suona l’Elegia Funebre di Georgios Perouli, la Sventura di Angelo Mariani e la Marcia Funebre di Fryderyk Chopin.

Il Sabato Santo

Alle 6.00 del mattino del Sabato Santo presso la chiesa di Kyra Faneromeni, in plateia Agiou Spyridonos, si rappresenta il terremoto che accompagnò la morte di Gesù. In questa occasione, tutti i fedeli presenti battono i banchi all’unisono producendo un frastuono che sembra far tremare la chiesa.

Alle 9.00 hanno inizio la litania e il sepolcro di Agios Spyridon: la processione, in vigore dal 1553, percorre le vie del centro. A differenza degli altri sepolcri, si tiene il sabato mattina per ricordare il divieto dei Veneziani di organizzare la processione il Venerdì Santo.

Alle 11.00 ha inizio lo spettacolo più divertente delle celebrazioni della Pasqua Ortodossa di Corfù: lo spasimo ton botidon (la rottura dei botides). Dai balconi dei palazzi del centro storico la gente lancia vasi di terracotta, le botides, che si infrangono sulla strada in mille pezzi. Alcuni sono di enormi dimensioni, colorati principalmente di rosso, ma anche dipinti con altri colori. Questa curiosa usanza, che non ha nulla di religioso, ha origine durante il dominio della Serenissima. Infatti, i Veneziani erano soliti lanciare dalle finestre oggetti vecchi la notte di Capodanno. È un gesto di buon augurio che ancora oggi avviene in diverse parti d’Italia.

Un altro appuntamento fisso della Vigilia di Pasqua è l’usanza della Mastela. Sulla strada pedonale odos Nikiforou Theotoki, i passanti lanciano una monetina come buon auspicio in una botte di legno piena d’acqua e adornata con rami di mirto.

Alle 23.00, dopo che è terminata la Santa Messa nella cattedrale cattolica, su un palco della Spianada, Ortodossi e Cattolici celebrano la Resurrezione di Cristo, officiata dal Metropolita di Corfù. A mezzanotte il cielo si riempie di fuochi d’artificio e le migliaia di persone presenti si augurano buona Pasqua dicendo: “Christos anesti!” (Cristo è risorto!). L’atmosfera di gioia e di allegria prosegue tutta la notte con la gente in festa per le strade sulle note delle Orchestre Filarmoniche

Il giorno di Pasqua

Il giorno di Pasqua, terminato il digiuno della Quaresima, in tutte le case e nelle taverne dell’isola, si festeggia mangiando la tsilichourda. È la tipica zuppa pasquale corfiota fatta con le interiora di agnello o di capra, e altre pietanze e dolci tipici.

Video della Pasqua di Corfù

 

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